Mutui, ora l’Euribor è più caro dell’Eurirs: dal prossimo anno variabili più cari dei fissi

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Mutui, ora l’Euribor è più caro dell’Eurirs: dal prossimo anno variabili più cari dei fissi
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Il Sole 24 Ore

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Le manovre aggressive della Bce stanno impattando anche sul mercato dei mutui. Da diversi mesi le rate variabili agganciate agli indici Euribor stanno aumentando e, con ogni probabilità, continueranno a salire per tutto il 2023 perché i futures proiettano gli Euribor al 2,8% per il prossimo dicembre. Un leggero cambio di marcia è previsto solo nel 2024 quando gli euribor sono visti arretrare in area 2,5%, comunque più in alto dell’attuale 2,06% espresso dall’Euribor a 3 mesi, il parametro più gettonato dalle banche in Italia per calcolare le rate variabili.

L’altra grande novità è che l’Euribor a 3 mesi ha superato l’Eurirs a 30 anni, il parametro utilizzato per determinare il giorno della stipula la rata dei mutui a tasso fisso. Nei giorni scorsi questo altro indice era sceso sotto il 2%, portandosi fino all’1,85%. Nelle ultime ore è risalito leggermente ma viaggia comunque al di sotto dell’Euribor. Ne consegue che, a parità di spread stabilito dalle banche, i mutui a tasso variabile potrebbero iniziare a costare di più rispetto a quelli a tasso fisso. Un testacoda che non si vedeva dai tempi del 2008, ai tempi della crisi sui derivati subprime culminata con il fallimento di Lehman Brothers.
Una situazione anomala che fa il paio con l’inversione della curva dei rendimenti nel mercato dei titoli di Stato. I titoli tedeschi a 2 anni sono balzati al 2,3%, 30 punti base in più rispetto ai titoli a 10 anni. Quando la parte breve della curva del debito rende più di quella lunga scatta il campanello d’allarme sul possibile arrivo di una recessione nel giro dei successivi 12-18 mesi. I tassi a breve riflettono da vicino la battaglia di una banca centrale per fronteggiare l’inflazione, i tassi a lungo riflettono gli effetti collaterali sull’economia reale della stessa cura.

È quindi evidente che i prossimi trimestri potrebbero essere particolarmente delicati per chi è alle prese con la richiesta di un nuovo mutuo o sta valutando una surroga, magari per bloccare la rata (nel caso abbia in carico un variabile) oppure per assicurarsi spread più bassi in caso di offerte promozionali di qualche istituto.

«Va detto che al momento il sorpasso dell’Euribor sull’Eurirs a 30 anni, e quindi del variabile sul fisso, non si evince pienamente confrontando le offerte disponibili perché sono calibrate sulle rilevazioni di questi indici effettuate nel mese di novembre -spiega Stefano Rossini, ad di MutuiSupermarket.it -. Gli effetti si vedranno con l’inizio del 2023, posto che le banche non decidano di compensare il decremento degli Eurirs con un aumento ulteriore degli spread. Ma finché la Bce continuerà a tenere la linea dura e se davvero questo porterà verso una recessione il sorpasso dei variabili sui fissi è il trend più probabile».

L’inasprimento delle condizioni finanziarie e il conseguente deterioramento della domanda aggregata anche attraverso il campo dei mutui è una strategia della Bce per sconfiggere l’inflazione. Il male minore per evitare di finire per svariati anni nelle sabbie mobili di quel mostro macroeconomico chiamato stagflazione.

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